Siccità, non basta la danza della pioggia - Cronaca - lanazione.it

2022-07-15 19:05:10 By : Mr. Vijay Wu

"La situazione è gravissima, tutte le colture ne stanno risentendo. Nel breve speriamo nella pioggia, ma per il futuro servono progetti strutturali". Federico Taddei, presidente della Cia Siena, testimonia lo stato di profonda preoccupazione del mondo agricolo senese, a fronte della prolungata siccità accompagnata da temperature altissime e fuori media. Un quadro che al momento nella nostra provincia non fa scattare l’allarme massimo per quanto riguarda gli approvvigionamenti idrici, in base alle rilevazioni di Acquedotto del Fiora. Solo al momento, però, perché già in quattro comuni (Casole d’Elsa, Castelnuovo Berardenga, Cetona, Radda in Chianti) la situazione è sotto stretta osservazione, con un "livello di attenzione elevato o presenza di criticità limitate a reti locali delle frazioni per abbassamento sorgenti o portate disponibili". Il passo successivo è l’allerta rossa con "presenza di criticità su parte significativa dell’abitato", che per ora nel territorio servito da Adf è scattato solo a Massa Marittima.

In particolare, nei quattro comuni, si segnalano "specifiche criticità" a Cignano e Vagliagli (Castelnuovo), Pievescola (Casole), Piazze (Cetona), Badia a Montemuro, Volpaia (Radda). Tra oggi e domani sono attese piogge intense anche nel Senese. L’intera provincia è rientrata nell’allerta giallo lanciato dalla Regione per forti precipitazioni, che dovrebbero iniziare nel pomeriggio. Un quadro nel quale è facile capire come per il mondo agricolo le conseguenze negative siano amplificate. "La mietitura del grano – osserva Taddei – sta volgendo al temine con dati preoccupanti per quantità e qualità, a fronte di costi sempre più alti, dal gasolio, al seme, al concime. Avremo una diminuzione media della produzione del 30 per cento, con punte del 50 per cento".

Uno scenario che si ripeterà su mais, girasole e già preoccupa per olivi e viti. "Queste temperature altissime porteranno alla caduta di volte olive, dopo una fioritura eccezionale, quindi il raccolto sarà molto più scarno", afferma Taddei, con parole che si ripetono simili per la produzione di vino: "Lo sviluppo vegetativo precoce, causato dalle alte temperature, ora è condizionato dalla siccità. Anche qui si ipotizza un meno 30 per cento di prodotto".

Che fare dunque? Nell’immediato ovviamente poco. "L’acqua per decreto non si fa", dice amaro Taddei. Ma nel medio-lungo periodo si deve programmare qualcosa, puntando per esempio sulla necessaria capacità di intercettare e convogliare l’acqua piovana. "Si potrebbero rimettere in sesto luoghi di raccolta adesso interrati – osserva Taddei – anche se in passato si sono poi verificate le difficoltà di manutenzione e smaltimento dei fanghi. Ma con un adeguato impianto burocratico e una politica di incentivi è un obiettivo che si può perseguire". Ma poi, pensando più in grande, "è necessario progettare un’infrastruttura di gestione delle acque piovane. Lo diciamo da anni perché dal 2014 viviamo stagioni di siccità cui peraltro si alternano le bombe d’acqua che fanno grandi danni concentrando elevate precipitazioni in un ridotto arco di tempo. Il cambiamento climatico è già avvenuto, è urgente progettare il futuro con lungimiranza".

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