Tenute Mandrione, percorso tra viti e ulivi in un territorio da sogno - Time Magazine

2022-10-07 22:24:19 By : Mr. David Xie

Oggi ci troviamo in Puglia, più precisamente nella zona del Gargano in un lembo di terra che si trova a metà tra le bellissime spiagge di Vieste e la Foresta Umbra una riserva naturale situata all’interno del Parco Nazionale del Gargano.

Qui conosco Ambrogio, proprietario ed enologo dell’azienda Tenute Mandrione, seconda generazione che porta avanti un gran lavoro cominciato più di 50 anni prima da suo padre. Ambrogio dopo il liceo scentifico passa a studiare Agraria dove si laurea e fa degli stage interessanti che gli danno idee e spunti per portare avanti l’attività di famiglia. Grazie alla sua esperienza, al confronto con amici enologi e alla continua collaborazione con i suoi professori universitari Ambrogio porta modernità e freschezza in azienda senza mai dimenticare le tradizioni ma lavorando in modo più moderno.

Tenute Mandrione è il nome scelto per questa bellissima cantina e masseria che nasce negli anni 70, quando il papà di Ambrogio si trasferisce qui, su richiesta del precedente proprietario che per portare avanti il suo progetto di ampliare la piccola vigna presente e cominciare a coltivare ulivi lo fa trasferire da Locorotondo(BA) per affidarsi alla sua esperienza maturata negli anni lavorando in una delle cantine principali del suo vecchio paese.

Appena stabilito a Vieste il papà di Ambrogio decide di piantare lungo tutti gli ettari a sua disposizione viti e ulivi ma con una tecnica particolare, ogni filare di ulivi era seguito da due filari di viti, alternandoli per tutti gli ettari a sua disposizione. Questo sistema creò da subito una bella biodiversità che diede caratteristiche organolettiche ai suoi vini molto peculiari. Tutto questo processo fu aiutato dal terroir del posto, particolarmente fertile in quanto si trattava di una zona sopraelevata dove per decenni pascolarono grandi mandrie di mucche, difatti l’area era soprannominata Mandrione e da qui il nome della cantina. Dopo diversi studi si è potuto constatare che la tenuta sorge su una delle sponde di un fiume di enormi dimensioni che risale all’era glaciale altra caratteristica che si riflette nel terreno dove possiamo trovare fossili di conchiglie.

Ambrogio, ormai da anni è un sostenitore del biologico. Ovviamente una volta cominciata la conversione non si torna indietro e i dubbi di riuscire a portare uve in cantina a fine vendemmia sane e di qualità lo hanno portato a scegliere di lavorare in biologico in maniera sperimentale per un po' di anni senza certificarsi per verificare i risultati… Come prevedeva, il cammino era quello giusto e da quest’anno ha cominciato la conversione ufficiale per ottenere la certificazione che per lui è solo la conferma che il gran lavoro e il meraviglioso clima e terroir di quella zona si sposano benissimo col suo metodo sostenibile e naturale di gestire l’azienda. Per scrupolo e per coerenza ha fatto analizzare i terreni in più aree della sua tenuta e anche le foglie delle sue viti e dei suoi ulivi e il risultato è che non ci sono nessun tipo di residui chimici nei terreni e nelle piante.. Questo è motivo di grande orgoglio per lui. Non solo, Ambrogio che è lungimirante, nonostante non abbia avuto alcun problema di siccità negli ultimi anni, a differenza della gran parte delle altre zone vitivinicole italiane, si è reso conto che prima o poi bisogna fare i conti con la natura e sta già pensando a come muoversi per diminuire i consumi e per renderli di minimo impatto con politiche di risparmio energetico e di stoccaggio delle acque piovane. Tra le altre cose sta rimettendo in funzione un capannone di 200 metri quadri già attrezzato con canaline per convogliare l’acqua piovana e creare riserve idriche per i momenti più difficili.

Il primo vitigno piantato fu il Montepulciano nel 1972 che qui da grandi soddisfazioni. Il vitigno anomalo per la zona, fu piantato dal papà di Ambrogio che lo conosceva bene perché ci lavorava a Locorotondo. Il clima perfetto e l’età delle piante fanno crescere pochi grappoli ma di grande qualità. Camminando per i filari e assaggiando le uve riscontriamo la grande intensità della polpa, la perfetta maturazione fenolica e una buccia di ottimo spessore e di colore molto intenso.

Pochi anni dopo sempre il papà piantò anche un vitigno a bacca bianca portato dal suo paese e che hanno sempre chiamato: Strazza Cambiel che tradotto sarebbe “strappa cambiali”. Il nome deriva dal fatto che la produzione di questo vitigno era veramente abbondante e i grappoli erano grandi e carichi di acini. Le vendemmie abbondanti permettevano ai contadini di guadagnare abbastanza da pagare i debiti accumulati pre-vendemmia e di strappare le cosidette “cambiali”. Solo col tempo Ambrogio curioso di sapere il nome del vitigno, lo fece analizzare e scoprì che si trattava dell’autoctono pugliese Bombino Bianco. Si sono aggiunti nel tempo poi altri vitigni che troviamo tutt’ora in piccole parcelle come il Trebbiano, il Primitivo, il Nero di Troia e il Merlot.

Ora parliamo un po' dei vini: 2 bianchi, 3 rosati e 2 rossi…

Strazza Cambiel: bombino bianco in purezza, affinamento vasche di cemento, leggera surmaturazione delle uve direttamente in pianta...Fiori bianchi e Iodio al naso, sapido e corposo in bocca.

Roccia Bianca: Bombino e Trebbiano in diverse percentuali in base all’annata per dare equilibrio. Vino più rustico ma molto interessante, fresco e fruttato! Il nome prende spunto dal grande monolite di roccia bianca che si trova sulla spiaggia del Pizzomunno a Vieste.

Solerosa: Rosato fatto col blend di Nero di troia, Montepulciano e Merlot, contatto con le bucce di circa 12 ore, solo 1500 bottiglie prodotte all’anno. Colore intenso , naso di frutta rossa e peonia, in bocca freschezza.

Amata Terramia: Rosato di solo Montepulciano, vecchie viti(50 anni). Contatto con le bucce minimo di 3 ore e affinamento in vasche di cemento. Colore sempre intenso, qui non esiste il colore tenue dei rosati francesi!! Vino da facili abbinamenti perché si sposa con tutto. L’agrume fa da padrone sia al naso che in bocca un mix di cedro arancia e pompelmo.

L’Urlo : ecco l’ultimo rosato. Qui si prendono grappoli di Primitivo da viti di 5 anni, e si lascia il mosto a contatto con le bucce per soli 40 minuti. Nonostante le aspettative questo vino è come un rosso strutturato. Ha fatto 13 mesi di evoluzione in bottiglia e al naso note terrose e di olive nere insieme a marmellata di more… In bocca stupisce, gran corpo, tannino presente ed integrato, liquirizia e spezie mediterranee. Solo 700 bottiglie e probabilmente non ci sarà più per anni visto che le piante ormai cresciute ora vengono usate per la produzione del rosso da primitivo in purezza.

I rossi sono due, uno è un montepulciano in purezza con affinamento in vasche di cemento per 12 mesi e 7 mesi in bottiglia. L’altro si chiama Promessa e nasce da uve Primitivo in Purezza che è stato l’ultimo progetto cominciato dal papà di Ambrogio che voleva un gran rosso in cantina... Purtroppo è venuto a mancare prima di vederlo imbottigliato e cosi nei suoi ultimi giorni di vita Ambrogio gli promise che avrebbe portato avanti questo progetto...Uscito per la prima volta quest’anno con affinamento in vasche di cemento ha dato un gran risultato ma si sta già pensando a variare il tipo di affinamento passando al legno.

Questa è stata una bellissima esperienza, un azienda a conduzione totalmente famigliare, con persone dal cuore grande che amano la loro terra e la loro storia, persone che salvaguardano il territorio con cura cercando di essere sempre più sostenibili, persone preparate ed intelligenti che amano condividere con tutti i prodotti di un area incontaminata. Ambrogio è un grand’uomo anche se è giovanissimo, con i suoi 34 anni, ma mette una passione e un’armonia cosi grande in tutto quello che fa che regala serenità a tutti coloro che passano del tempo al suo fianco. Abbiamo fatto anche una bellissima degustazione con la nipote nonché bravissima sommelier Graziana e abbiamo mangiato prelibatezze preparate dalla nonna. Il termine perfetto di una giornata eccezionale. Andate in cantina a trovarlo e a degustare i suoi vini...Vi basta collegarvi al loro sito www.tenutemandrione.it

A cura di Merati Luca