"Piazza Sicura", il no della Regione ai fondi complementari e i nodi sul collaudo

2022-05-21 11:38:14 By : Ms. Lingzi Yang

COSENZA Al Tribunale di Cosenza si è tenuta l’udienza relativa al processo “Piazza Sicura”. Il pm Veronica Calcagno – titolare del fascicolo – avrebbe dovuto sentire tre testi della Procura, ma ha al termine del primo e unico esame ha optato per la rinuncia all’ascolto degli altri due testimoni convocati oggi in aula. Dinanzi il Collegio giudicante (Carmen Ciarcia Presidente; a latere Iole Vigna e Francesca Familiari) il luogotenente della Gdf di Cosenza Antonio Gigliotti ha risposto alle domande del pubblico ministero e delle difese. «L’attività di indagine nasce da investigazioni avviate in relazione al gruppo Barbieri – esordisce il teste – nei confronti di Giorgio Ottavio Barbieri, imprenditore di Roma ma di origini cosentine». Lo stesso si aggiudicò nel 2013, l’appalto per i lavori di realizzazione di piazza Bilotti a Cosenza. «Si era presentato con altri imprenditori sotto forma di Ati. Barbieri era il dominus dell’Ati», racconta il teste. I lavori finiti nel mirino della Guardia di finanza riguardavano non solo il collaudo di piazza Bilotti, ma anche i lavori di pavimentazione tra via Piave e via Alimena e l’ispezione degli ispettori del lavoro sul cantiere di piazza Bilotti «che Barbieri sapeva prima che la stessa avvenisse». «Il 2 marzo si è conclusa un’ispezione da parte degli ispettori del lavoro che ha riguardato tutte le società dell’Ati e si è conclusa senza rilievi solo per alcuni appaltatori. Anche se poi le violazioni emerse saranno estinte con sanzioni amministrative».

«Nell’agosto 2015, racconta il teste, il Comune di Cosenza chiede alla Regione Calabria – con una missiva – di corrispondere fondi complementari per l’appalto. La Regione per disporre i lavori pretendeva che l’appalto fosse vicino ad un elevato grado di obiettivi. I lavori erano stati avviati nell’agosto del 2013 con un Sal (Stato Avanzamento Lavori) pari a circa 6 milioni di euro». La Regione poi non accorderà i finanziamenti richiesti. Per quanto attiene, invece, ai lavori di pavimentazione su corso Mazzini tra via Piave e corso Trieste, «l’amministrazione comunale di Cosenza aveva inglobato questo tipo di lavoro nell’appalto principale di piazza Bilotti, poi però venne scorporato e deliberato ex novo». Alla base della decisione, la posizione contraria espressa da un Consigliere comunale e ripresa da alcune testate giornalistiche.

L’inaugurazione della piazza avviene il 17 dicembre 2016. «Manca il collaudo – dice il teste. Che aggiunge: «solo un giorno prima era stata presentata una sorta di relazione a struttura ultimata all’attenzione del Rup del comune di Cosenza. Una prova non sarebbe stata eseguita e fa riferimento «alla bullonatura delle travi di piazza Bilotti, poi effettuata il 27 dicembre». Il 21 dicembre, il direttore dei lavori Francesco Tucci si reca dal genio civile per presentare la richiesta di collaudo. «Nessuno segnala anomalie – aggiunge il teste – nonostante la relazione fosse incompleta». Secondo il luogotenente mancherebbero «l’esame visivo, la verifica del serraggio dei bulloni, la prova sui profili metallici e i certificati di trazione e piegamenti sulle barre».

«Nella richiesta di lavori complementari c’è una qualche richiesta da parte di Barbieri sulla possibilità di eseguire tali lavori?» Chiede l’avvocato Rendace, difensore dell’imprenditore Giorgio Ottavio Barbieri. «No», risponde il teste. «Sa se c’era un cronoprogramma contenente la fine dei lavori?», incalza il legale e il testimone risponde: «Credo sia stato modificato viste le proroghe». Poi l’avvocato Rendace produce una «missiva protocollata nel 2015 dalla Bilotti Parking dove emerge la percentuale dei lavori realizzati». Il teste ammette di non aver mai visto il documento e il legale ne chiede l’acquisizione. La percentuale dei lavori effettuati era pari al 50%. Tocca all’avvocato Anna Spada per la posizione di Paola Tucci porre delle domande al testimone. «La struttura ultimata è stata mai stata trasmessa al genio civile di Cosenza?» – chiede il legale e il teste risponde negativamente. L’avvocato poi chiede se prima dell’inaugurazione fosse stata eseguita la prova di carico e il luogotenente annuisce e aggiunge: «Era stata eseguita il 25 novembre». Nella prossima udienza saranno ascoltati altri cinque testi della procura.

Le indagini coordinate dal pm Veronica Calcagno si sono chiuse per l’ex sindaco di Cosenza Mario Occhiuto (difeso dall’avvocato Nicola Carratelli), l’imprenditore Giorgio Ottavio Barbieri (difeso dall’avvocato Nicola Rendace), Alvaro Antonio (difeso dall’avvocato Francesco Gelsomino), Raffaella Angotti (difeso dagli avvocati Anna Marziano e Vincenzo Adamo), Francesco Converso (difeso dall’avvocato Pierpaolo Principato), Gianluca Guarnaccia (difeso dagli avvocati Nicola Rendace e Marco Facciolla), Francesco Stellato (difeso dall’avvocato Gregorio Barba), Francesco Tucci (difeso dagli avvocati Franco Sammarco, Paolo Sammarco e Anna Spada), Pasquale Torchia (difeso dall’avvocato Marco Facciolla), Paola Tucci (difeso dagli avvocati Franco Sammarco, Paolo Sammarco e Anna Spada), Carlo Pecoraro (difeso dall’avvocato Franco Locco), Raffaele Ferraro (difeso dall’avvocato Massimo Ziacarelli), Carlo Vernetti (difeso dall’avvocato Andrea Abbagnano). (f.b.)