Mattarella, trifolau e Resistenza: «La “Granda” serbatoio di valori»- Corriere.it

2022-10-07 22:17:17 By : Ms. Ashley Chen

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Alba festeggia il Presidente, che ricorda Coppino e Fenoglio. Pranzo nel castello di Grinzane e un tartufo in regalo

ALBA - «Quanto conta davvero il cane?», chiede a un certo punto Sergio Mattarella indicando Stella, l’incrocio tra bracco e setter di neppure tre mesi che sta in braccio al suo trifolau. «Eh, oltre il novanta per cento», risponde Agostino Aprile, 66 anni, da 40 a caccia di tartufi, presidente dell’unione regionale dei trifolau. L’inquadratura sarebbe da foto istituzionale, non fosse per il resto dei protagonisti, sei cercatori appunto e, sotto la custodia a forma di pepita, un tartufo di cento grammi, trovato due giorni fa dalle parti di Dogliani. «Presidente, questo è per lei». Il capo dello Stato ringrazia e augura un po’ di pioggia: «Spero sarà una buona annata per voi». Aprile sorride: «Sembrava uno di noi». Poco prima, Mattarella aveva assistito all’inaugurazione della fiera internazionale del tartufo bianco di Alba — all’edizione numero 92 — con il nastro tagliato dalla piccola Alessia, la pronipote di Michele Coppino. L’ex ministro del Regno papà dell’obbligatorietà e gratuità dell’istruzione elementare, di cui Mattarella celebra il bicentenario della nascita, insieme ai cento anni da quella di Beppe Fenoglio. Figure ricordate nel discorso davanti ai sindaci, nel teatro sociale Giorgio Busca , quando il Presidente rende onore alla «Provincia “granda”: serbatoio di valori morali, di esempi di impegno e di passione civile» .

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Fuori, al suo arrivo, in piazza Vittorio Veneto c’è un tifo da stadio: «Mattarella, Mattarella!», cantano i bambini delle quinte elementari, sventolando le bandierine tricolori. E issando lo striscione scritto e colorato a pennarelli: «Benvenuto Presidente». Lui scende dall’auto e si avvicina: saluta, più volte, quasi si commuove. Si gira e saluta di nuovo, all’imbocco del teatro.

Qualche metro più in là c’è un sacco di gente, assiepata sopra e dietro un’aiuola. Sventolano le bandierine anche Maria Vittoria, Emanuele e Massimiliano, sorella e fratellini, dai 6 ai 9 anni, pur sbuffando: «Siamo qui da mezzogiorno ed è tutto finito in un minuto?» Ne valeva la pena, spiega la mamma, Maria Pero, 41 anni: «Siamo qui per me e per loro, per vedere da vicino e rendere onore a una persona che, di questi tempi, si è sacrificata per il bene dell’intera collettività». E che difende l’Italia, pure nel giorno in cui arrivano critiche e preoccupazioni (sul futuro dell’Italia) da un ministro francese: «L’Italia sa badare a sé stessa nel rispetto della Costituzione e dei valori dell’Unione europea», fa filtrare il Quirinale, nel pomeriggio .

Qualche minuto più tardi, dentro al teatro, rispunterà la difesa della Patria, rivolto ai ragazzi, parlando dello scrittore de Il partigiano Johnny : «L’epopea della Resistenza, vissuta e narrata da Fenoglio, è parte costitutiva della vostra identità , del vostro essere italiani e l’avete recata alla Repubblica». Rende onore a chi fece la scelta giusta, citando la motivazione della medaglia al valor militare alla città di Alba, che preferì «alla resa offerta da nemico il combattimento a fianco dei suoi figli militanti nelle forze partigiane».

È un territorio da dove l’Italia ripartì, e dal quale lo farà ancora, promette poco più tardi uno di questi parti, Alberto Cirio: «Per noi la fiera e la festa del tartufo evocano il lavoro, ce la possiamo fare. E ringraziamo il capo dello Stato, una persona cui siamo legati alla quale vogliamo molto bene». All’ora di pranzo, nel castello di Grinzane Cavour, governatore e presidente si erano ritrovati a tavola, con menù made in Langhe, of course: tartrà di topinambur con leggera bagna cauda, agnolotti del plin ripieni di fonduta con tartufo bianco, guancia di vitella Fassona brasata al Barolo con verdure autunnali; e in chiusura, torta di nocciola Piemonte. Il tutto tra Alta Langa, Barolo e Asti spumante. Oltre a Cirio, a tavola con Mattarella c’erano le istituzioni locali, Maria Franca Ferrero, applauditissima anche al suo arrivo in piazza, e il figlio Giovanni. Va da sé, si parla anche di tartufo, il grande protagonista, con le ultime temerarie ricette: «Sulla zuppa di granchio e sul gelato alla crema», racconta il presidente della Regione. In mattinata, il capo dello Stato aveva aperto l’anno accademico della scuola di Applicazione e formazione dell’Esercito. «Il mondo è cambiato», ma non i nostri valori: «Libertà, democrazia, diritti umani, sicurezza e pace. E voi siete chiamati al servizio dell’Italia: auguri».

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