Litfiba, il concerto a Roma del tour d'addio diventa una festa - la Repubblica

2022-09-02 21:19:04 By : Mr. Devin He

Se qualcuno crede ancora che il rock sia morto, o che non stia tanto bene in salute, vada a vedere un concerto del tour che i Litfiba stanno tenendo in giro per l'Italia, "L'ultimo girone". Basteranno pochi minuti per capire non solo che il rock gode ancora di buona salute, ma per comprendere anche che i Litfiba sono la più grande rock'n'roll band che l'Italia abbia mai avuto. A Roma, in un Atlantico gremito come nelle grandi occasioni, mercoledi sera, Piero Pelù e Ghigo Renzulli hanno dimostrato ancora una volta, semmai ce ne fosse stato bisogno, che la grandezza del loro repertorio, la potenza del loro suono, la forza dei loro testi, sono parte integrante della storia della musica italiana. Anzi, che senza di loro e le loro canzoni la musica italiana sarebbe stata monca, sarebbe mancato un pezzo importantissimo, avremmo avuto meno gioia e rivoluzione, meno impegno e divertimento, meno sudore, urla, passione, elettricità, in parole povere meno rock, e tutto sarebbe stato irrimediabilmente più triste e noioso. Rock italiano, soprattutto, con una sua specificità, perché i Litfiba non hanno imitato nessuno, e nel set romano di questo tour lo hanno ampiamente dimostrato, mettendo in fila una raffica di brani che sono solo e soltanto loro, che devono qualcosa alla grande storia del rock ma che di questa fanno parte a pieno titolo.

I Litfiba del 2022 sono praticamente perfetti, se non sono i migliori di sempre: Dado 'Black Dado' Neri al basso è una inarrestabile fonte di energia creativa, Fabrizio 'Simoncia' Simoncioni costruisce un tappeto armonico con le tastiere che amplia il monolitico suono della band, Luca 'Luc Mitraglia' Martelli è il batterista che qualsiasi rock band al mondo vorrebbe avere, preciso, potentissimo e appassionato, Ghigo Renzulli con la sua chitarra è capace di tener in piedi l'intero mondo musicale della banda, con grande maestria, con precisione chirurgica, con l''understatement' che lo ha sempre contraddistinto trasformandolo in un 'guitar hero' che punta al suono e non alla spettacolarità. E poi c'è lui, Piero Pelù, inarrivabile, inarrestabile, bravissimo, capace di dominare la scena con sicurezza e personalità, con una vocalità che con il passare degli anni il cantante controlla con saggezza, senza mai strafare, se non quando il 'copione' del concerto rock lo richiede, con gesti e urla che non possono non esserci, con una fisicità che è parte integrante della comunicazione.

Il repertorio? È talmente ampio che la band lo 'divide' in due set separati, e ogni sera è una celebrazione, una festa, un tripudio. Dovuto non solo alla grandezza della band ma anche e soprattutto alla forza del pubblico che segue i Litfiba. Un pubblico che è parte integrante del concerto, è il cuore pulsante che risponde al ritmo della band, respira, canta, soffre, gode, esulta assieme al gruppo, un tutt'uno che non può essere separato. Ed è bellissimo vedere che tra la folla urlante e felice non ci sono solo quelli che con i Litfiba sono cresciuti, anno dopo anno, ma tantissimi ragazzi che quando i Litfiba cantavano Lacio Drom o Regina di cuori non erano nemmeno nati. Sì, perché, e il concerto lo dimostra in maniera inequivocabile, ogni brano dei Litfiba è oggi contemporaneo, non c'è ombra di nostalgia nel concerto, il rock della band è perfettamente calato nei nostri tempi, come suono, come performance, come testi. Si canta di pace e di guerra, si canta di libertà e di sesso, si canta di lotta alla mafia e di libertà di parola, e ogni canzone è pienamente nella realtà, senza finzioni, con quel pizzico di necessaria retorica che il palco e il rock richiedono, con quel tanto di passione e di credibilità che Pelù e la band ci mettono.

La verità è che ogni città di questo "Ultimo girone" è la loro città, perché i Litfiba sono nel cuore della nostra storia e nessuno li potrà mai sostituire.