Cristina, Benedetta e Roberto Parodi: «Scherzi crudeli, parole segrete, vite cambiate: ecco la nostra famiglia»- Corriere.it

2022-09-09 21:30:27 By : Ms. Dragon Zhang

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Storia di una famiglia in cui tutti, a un certo punto, hanno saputo cambiare carriera. Durante le feste, intorno al tavolo sono in 16. «Indovinate chi cucina?»

Cristina, Benedetta e Roberto Parodi: i tre fratelli sono nella casa sarda di Benedetta, nel golfo di Marinella, vicino Olbia (fotoservizio Daniele Zedda)

Chi è il cocco di casa? Roberto: «Cristina». Benedetta: «Dipende. Nell’infanzia Cristina. Io e Roberto siamo sempre stati più fumantini, lei è quella dal carattere più conciliante...». Cristina: «Sapevo come prenderli. Non essendo la primogenita, avevo capito come fare per ottenere quello che volevo. Dicevo sempre di sì e me li intortavo».

Casa Parodi è una veranda immersa nella macchia sarda, sul golfo di Marinella. La padrona, che è Benedetta, ha preparato una crostata favolosa con i primi fichi del giardino («250 grammi di farina, 125 di burro, 125 di zucchero. Frulli tutto con un pizzico di sale e poi aggiungi un uovo. Quindi stendi e ci appoggi sopra i fichi tagliati a metà, senza buccia, con un po’ di burro e zucchero. Inforni ed è fatta»).

Ci sediamo intorno al tavolo di legno e riavvolgiamo il tempo, a quando i tre protagonisti di questa chiacchierata non erano ancora dirigente-di-banca/ giornalista/scrittore (Roberto, 59 anni), anchorwoman/scrittrice/imprenditrice (Cristina, 57), giornalista/salva-famiglie-in-cucina/scrittrice (Benedetta, 50). Ma tre fratelli di una famiglia bene dell’Alessandrino: papà Pietro (Tuccio per tutti) ingegnere e dirigente d’azienda, mamma Laura insegnante di italiano alle medie, i primi due figli separati da sedici mesi, l’ultimogenita arrivata dopo otto anni.

«IL 4 NOVEMBRE, CON LE CASERME APERTE, PAPÀ CI PORTAVA A BERE LA CIOCCOLATA CHE OFFRIVANO I SOLDATI. È MORTO 10 ANNI FA: SEMPRE DOLCE, MAI UNO SCONTRO CON NESSUNO»

Mescoliamo ricordi, risate, qualche piccola rimostranza (Benedetta si lamenta di quando veniva lasciata ai nonni mentre il resto della famiglia partiva per un viaggio), la gara a chi fa prima gli auguri su WhatsApp alla mamma per il compleanno. E un grande assente, però presente nella tenerezza dei pensieri che lo evocano: il padre, mancato il 28 agosto di dieci anni fa, «sempre dolce, mai uno scontro con nessuno».

Qual è il vostro primo ricordo insieme? Benedetta: «Io ho questa immagine di me bambina sul terrazzo a Ospedaletti che faccio cadere il vassoio con l’anguria. Non l’avevo mai mangiata. Ci rimasi malissimo». Cristina: «Io ricordo quando andavamo a Carpeneto, al Moro, Roberto vestito a quadretti bianchi e blu e io con i quadretti bianchi e rossi; Benedetta stava dentro un box, con questa testa di capelli ricci neri. La tenevo in piedi, era la mia bambola». Roberto: «A me viene in mente di quando mi arrampicavo sugli alberi e mi trascinavo dietro Benedetta. L’avevo sistemata su un ramo, ma quando tornarono i miei genitori la tirai giù di corsa e le slogai un braccio! Mentre con Cristina ricordo la Festa della Vittoria, il 4 novembre. C’era ancora la nebbia, le caserme restavano aperte e il papà ci portava a bere la cioccolata bollente che offrivano i soldati».

Scherzi crudeli? Benedetta: «A Ospedaletti Roberto mi ha tenuta appesa fuori dal balcone: prima finse di buttare i miei zoccoletti, poi me».

Ma non si può sentire! Roberto: «Non è nemmeno la cosa più crudele. Quando Benedetta aveva tre anni il papà le aveva fatto una barca di carta e lei mi aveva chiesto di scriverci sopra il nome “Ala Lunga”. Peccato che scrissi “U’ Cessu”, il cesso alla ligure!».

«ARRIVANO OGNI TANTO QUESTE MISSIVE CHIUSE CON LA CERALACCA E IL PORTINAIO CONTINUA A GRIDARE: “CAVALIEREEEE, C’È UN PACCO PER LEI!»

Ditemi un vostro pregio e un difetto. Benedetta : «Cristina è dolcissima, non conosce l’invidia. È tenace, quello che vuole lo ottiene. Il difetto è la riservatezza: non è facile raggiungerla fino in fondo. Roberto, invece, è la persona più generosa che conosca: sa scrivere molto bene, sa suonare gli strumenti, è una persona artistica. Ma ha poca pazienza». Roberto : «Benedetta è la numero 1 per generosità, pure troppo. Il suo difetto? Testarda pazzesca. Cristina ha il pregio, che non ho mai avuto, di parlare sempre nel modo giusto. Per contro, non si accorge di alcune cose che ad altri saltano all’occhio». Cristina : «La qualità di Roby è l’incredibile curiosità verso il mondo. Poi è estremamente divertente, mi ha sempre fatto ridere. Era il mio compagno di uscite da ragazzi, l’ho visto cambiare: era molto timido, da ragazzino balbettava. Pure io per Benedetta sottoscrivo la generosità, ma se uno non gli va a genio povero lui! E poi è bravissima in tutte le cose manuali: sa disegnare e cucire. Tante volte quando lavoravo a Canale 5 sono andata a casa sua a cambiarmi, una volta mi ha anche cucito addosso un bottone».

Quanto ha contato per Roberto il modello delle sorelle per decidere di lasciare il lavoro in banca ed entrare nel mondo della comunicazione? Roberto : «Di sicuro vedendo quello che facevano Cri e Bene sentivo che sarei stato anch’io in grado di raccontare delle cose come loro. Ma il mio cambio di carriera ha avuto un’altra origine, dieci anni fa. Ero dirigente di banca, ma avevo cominciato a scrivere libri di viaggio in moto, la mia passione. Furono letti anche da Yves Confalonieri, il figlio di Fedele, che stava lavorando a un format televisivo e mi chiamò: era Born to Ride . Dopo la crisi dei subprime non mi divertivo più, così ho proprio cambiato mestiere».

Oggi qual è il vostro lavoro? Cristina : «Io ormai sono imprenditrice. Sono cofondatrice con Daniela Palazzi del marchio Crida: creiamo solo abiti. Poi, certo, vado ancora in tv come ospite». Benedetta : «Io da settembre a dicembre tornerò su Real Time con Bake Off Italia ». Roberto : «Ed io continuo a fare video ironici in cui racconto cose e viaggi. Mi considero giornalista, moderatore, conferenziere».

Avete tre figli ciascuno. Alle riunioni di famiglia quanti siete? Cristina : «Contando anche mamma siamo in sedici. I pranzi o le cene di famiglia li facciamo a casa di Benedetta. Io porto sempre vino e panettone». Benedetta : «Io cucino...». Roberto : «Io non faccio un cavolo, porto la chitarra. Ma ai regali ci pensa mia moglie Giovanna, che porta il pigiama per tutti (è suo il marchio Del Selletto, ndr )».

Qual è il piatto di Benedetta che vi piace di più? Roberto : «La sua pasta alla Norma è il top. Ma è brava anche a fare i piatti delle nostre nonne: zuppe di ceci, vitello tonnato, bagna càuda. Li fa meglio di un ristorante!». Cristina : «Concordo con Roby. A me poi piacciono i suoi stuzzichini. E comunque io pure sono brava a fare la mousse di tonno e Philadelphia: è l’unico piatto, come ha sottolineato mia sorella nel suo primo libro Cotto e mangiato , che è stato un caso editoriale».

Avrete anche voi un lessico famigliare. Quali sono le frasi cult? Benedetta : «La mamma è il Moter, o il Moterino. Il papà il Pope. Poi Le avventure di Pinocchio fanno parte della nostra storia: non c’è un pranzo di Natale senza che diciamo “imburriamo i panini di sotto e di sopra”, come la Fata Turchina. La nonna Carla diceva sempre: “Campunse !”, buttiamoci a mangiare». Roberto : «Si sono già imborsati: cioè si sono già messi a letto... Oppure: uno si è infognato nel mio posto, mi ha rubato il parcheggio». (Qui a Cristina scappa la ridarella e Benedetta sbotta: «Ecco, vede che sono cretini?»).

In famiglia c’è anche una band! Roberto : «Peter’s Room, la stanza di Peter. Io sto alla batteria, mio figlio Pietro alla chitarra e il fratello Vittorio voce. Ogni tanto si aggiunge come cantante la cugina Benedetta Gori (figlia di Cristina e del sindaco di Bergamo Giorgio Gori, ndr ). Ma la cantante vera è sua sorella Angelica: il nome d’arte è Chiamamifaro. Siamo forti nella beneficenza. Una volta siamo arrivati anche in finale al Blue Note di Milano in una gara organizzata dal Dynamo Camp».

Roberto, ho letto che lei è anche Cavaliere dell’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro, di Casa Savoia. Come diavolo ha ottenuto l’onorificenza? «Avevo conosciuto Emanuele Filiberto quando lavoravo in banking, per un’operazione di finanza straordinaria. Loro fanno questo regalo agli amici. Pur non essendo monarchico, per me è stato un regalo pazzesco: il mio nome accanto a quello di Camillo Benso Conte di Cavour e del generale Diaz!».

Ma le sue sorelle la chiamano Cavaliere? (Cristina e Benedetta ridono) «Figuriamoci. Però mi arrivano ogni tanto queste missive chiuse con la ceralacca e il portinaio continua a gridare: “Cavaliereee, c’è un pacco per lei! Cavaliereee, c’è da spostare la macchina!».

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