Aumenta la pressione su Vladimir Putin - Ticinolive

2022-10-14 23:23:21 By : Mr. Li Shihong

La forza e l’unità che doveva rappresentare la cerimonia che ha riunito l’élite del paese per formalizzare l’annessione delle quattro regioni occupate dai russi in Ucraina, è stata oscurata dai fallimenti delle forze militari russe sul campo di battaglia, che hanno portato ad una rottura importante e senza precedenti all’interno della classe dirigente russa.

Rivali e nemici hanno preso posto nel Gran Palazzo del Cremlino, gettando incertezze sull’invasione che dura da sette mesi. Mentre il Cremlino cerca capri espiatori, sulla scia di una serie di umilianti sconfitte militari sul fronte orientale e meridionale che hanno visto ritirate russe su larga scala, si sta maturando una crescente comprensione che la guerra potrebbe non essere vinta.

Anche nell’esercito russo il livello di insoddisfazione è aumentato. Il crollo del ponte di Kerch avvenuto ieri, è stato un disastro simbolico in una guerra in cui i simboli contano per il morale delle truppe e della popolazione russa. Popolazione che si dice sempre più preoccupata per l’ambizione personale di Putin di riportare la Russia alla sua grandezza perduta da tempo.

Anche lo zar Nicola II e i sovietici avevano preso in considerazione la possibilità di costruire un ponte sullo stretto di Kerch in passato (i nazisti iniziarono a costruirne uno prima di essere cacciati durante la seconda guerra mondiale), ma è sempre stata in discussione per il suo costo e per le sfide di costruzione a causa del tempo e del terreno composto da limo che rende difficile l’ancoraggio di un ponte.

Putin decise di procedere comunque con il progetto, e il ponte, fiore all’occhiello dei suoi progetti infrastrutturali, fu realizzato in tre anni e divenne significativo dell’impegno di Mosca nei confronti della Crimea appena connessa, restituendo il suo territorio storico dopo che era stato donato all’Ucraina da Nikita Khrushchev (leader dell’Unione sovietica dal 1953 al 1964).

Ora, i diversi fallimenti e l’ultima esplosione del ponte, stanno suscitando critiche pubbliche sulla condotta della guerra di Putin.

In un articolo pubblicato ieri sul quotidiano russo Komsomolskaya Pravda, il corrispondente di guerra Alexander Kots, ha scritto che “la cosa più stupida da fare ora è iniziare a rassicurare il paese che non è successo nulla di terribile”, aggiungendo che “il ponte deve essere ripristinato completamente, saranno coinvolte altre catene logistiche nei territori liberati, ma sarà comunque necessario garantire la loro sicurezza”.  

I media russi si sono affrettati a dire che il ponte non era stato distrutto ma solo danneggiato. Il significato dell’attacco non è andato perso per i residenti in Crimea, che si sono precipitati alle stazioni di servizio per fare il pieno dell’auto poiché tutti i treni e gli autobus sono stati cancellati durante la diffusione della notizia.

Secondo il vice primo ministro russo Marat Khusnullin, la commissione governativa ha già deciso la riparazione e il ripristino della seconda corsia automobilistica in tempi rapidissimi. Ma non è stato ancora definito l’ammontare dei danni causati dall’esplosione.

Il Cremlino sta affrontando critiche senza precedenti da parte di nazionalisti favorevoli alla guerra, e di fronte alle rinnovate pressioni della destra, sembra certo che Putin sarà costretto a trovare una risposta a quello che già sembra uno degli incidenti più imbarazzanti dall’inizio della guerra in Ucraina.

L’analista politico russo Anton Barbashin, nel suo sito di news Riddle, ha scritto che “la fiducia che Putin sappia quello che stia facendo sta diminuendo ulteriormente. O Putin risponde o rischia di erodere ulteriormente la sua legittimità tra i falchi in Russia”.

Secondo gli analisti l’ultimo bombardamento nella parte sud-orientale della città di Zaporizhzhya, dove sono rimaste uccise almeno 17 persone, sta dimostrando che i russi non sono in grado di rispondere sul campo di battaglia e quindi colpiscono le città nelle retrovie.

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